Il salto del “Grillo”

Umberto Cavallaro


Benchè eminenti scienziati italiani come il Gen. Crocco e Riccardo Corelli fin dalla metà degli anni Trenta avessero fatto studi approfonditi su combustibili innovativi, l’interesse in Italia non andò mai oltre i test delle camere a combustione e nessun razzo fu prodotto nel nostro paese in quegli anni. Fino alla fine degli anni cinquanta l’Italia era stata sostanzialmente a guardare. Tutti i lanci di posta-razzo effettuati fino ad allora nella nostra Penisola erano operati da stranieri: l’ “Esperimento di Posta per Razzo Espresso” del 30 ottobre 1934 a Trieste era stato organizzato dal tedesco Gerhard Zucker. Quelli di San Remo-Bordighera del 1947 furono condotti dall’olandese A. J. De Brujin. I due poi negli anni seguenti avevano ripetuto diversi lanci sperimentali a Sanremo e Varazze.
Subito dopo l’Anno Geofisico Internazionale del 1957-58 si avviò in Italia un nuovo corso. Nel 1959 venne costituito presso l’Università di Roma il CRA (Centro Ricerche Aerospaziali). Nel 1962 NASA e CRA firmarono l’accordo che istituiva il Programma San Marco.
L’anno dopo arrivò la prima realizzazione di un missile tutto italiano ad opera della Società Trasporti Missilistici che il 28 settembre 1963 dal poligono dell’Aeronautica Militare di Furbara, vicino a Roma, lanciò con successo il “Grillo”. Non solo era il primo missile italiano, ma anche il primo missile a vapore della storia.

Lancio di Furbara del missile “Grillo”

La ricerca per realizzare un missile ad acqua calda era cominciata nella Germania nazista ed era proseguita, senza molto successo, negli Stati Uniti subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Un razzo in grado di funzionare con combustibile economico era di grande interesse per il futuro delle comunicazioni postali.
Ma i sistemi sperimentati fino ad allora non erano in grado di portare l’acqua contenuta nel serbatoio del razzo a condizioni tali di temperatura e pressione da imprimere al missile una sufficiente accelerazione iniziale tale da farlo partire. Il risultato migliore ottenuto fino ad allora erano 270°C ottenuti in due ore, con 50 atmosfere di pressione.
Il triestino Glauco Partel, Capitano della Marina Militare e studioso di missilistica, per anni aveva studiato a Roma il problema, in collaborazione con due ingegneri romani, Paolo Laurenzio del SISPRE e l’esperto di ingegneria chimica Furio Diamantini, che aveva messo a punto una misteriosa miscela propellente che poteva generare una forte spinta propulsiva: la sostanza chimica venendo a contatto con i 10 litri d’acqua contenuti nel serbatoio del Grillo era in grado di vaporizzarla quasi istantaneamente portando, in una frazione di secondo, la temperatura dell’acqua a 350°C con la pressione a 130 atmosfere e realizzando così il “miracoloso” carburante economico che tutti cercavano.
Il volo inaugurale di Grillo, un razzo di poco più di due metri di lunghezza e di 14 centimetri di diametro, portava un “carico utile” di 2 chili e mezzo, costituito da 2600 buste leggere di piccole dimensioni (mm 73 x 1l0) che aveva preparato A. M. Luisi, il Responsabile del Dipartimento filatelico della STM (Società Trasporti Missilistici).

Le buste furono recuperate e portate nell’ufficio postale di Furbara-Stazione (Roma) dove furono annullate e inoltrate al destinatario. Le buste, illustrate con una vignetta che rappresenta Grillo in volo, erano affrancate con un francobollo da 15 lire, e portavano un’etichetta blu “Via razzo”, un erinnofilo preparato appositamente per questo lancio, ed un timbro rosso triangolare con la scritta «l° volo razzo “Grillo”, Furbara 28-9-1963».
Il lancio fu un vero successo e fu guardato con interesse anche all’estero, tanto che gli americani, pensando a promettenti applicazioni, espressero l’intenzione di acquistarne la licenza per produrre il razzo negli Stati Uniti.
Un nuovo volo sperimentale dimostrativo fu organizzato 18 mesi dopo, nella primavera del 1965 in Inghilterra, durante la lnternational Nuclear Conference. Grillo fu lanciato il 5 aprile 1965 dalle colline di Brighton, raggiungendo la distanza di un chilometro e l’altezza di 300 metri, con un carico postale di 1600 buste e 12 copie del Daily Mirror che alla fine del volo furono recuperate intatte, a riprova della bontà del vettore concepito per futuri impieghi postali. L’idea era quella di usare questo mezzo per il collegamento postale con le isole o con zone isolate.

Un’altra versione più piccola del razzo, pensato per essere usato come razzo sonda per impieghi meteorologici, fu lanciata nel volo dimostrativo di Benevento, il 9 ottobre dello stesso anno, raggiungendo l’altezza di 1100 metri e attirando l’attenzione e l’interesse dell’Aeronautica Militare.
Gli emergenti interessi americani verso le tecnologie europee che potevano avere promettenti ricadute commerciali fecero scattare un campanello d’allarme e resero evidente che per contrastare l’invadenza americana occorreva dotarsi di strategie. Un ruolo importante in tal senso lo giocarono eventi come la Seconda Fiera Internazionale delle Comunicazioni di Genova di cui parla ampiamente l’articolo evidenziato di seguito, scritto da Massimo Trenta, che ebbe la fortuna di vivere quell’evento in pima persona.

Pubblicità di Gruillo-2 nel padiglione del Ministero delle Poste alla Fiera di Genova.

Durante questa manifestazione per ben due volte fu lanciato con grande clamore il “Grillo-2”. Le poste italiane dedicarono a questi esperimenti una grande attenzione, ospitando anche nel loro padiglione la pubblicità del razzo che prometteva soluzioni innovative per nuovi e più efficienti servizi postali.


Di seguito tre importanti articoli, che vanno a completare la descrizione delle vicende che accompagnarono i lanci del missile Grillo-2.

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