Cento anni fa il 1910

Bruna Corsari


Il 1910 è l’anno dei Pionieri, un anno fondamentale per gli aerofilatelisti che collezionano i voli dei pionieri. E l’anno più ricco di manifestazioni aviatorie organizzate in ben quattordici città italiane dal Nord al Sud, dalla primavera all’autunno: a Firenze, Palermo, Genova, Mantova, Ferrara, Napoli, Bologna, Verona, Parma, Vercelli, Pescara, Milano, Torino e Treviso.

Ci soffermeremo solo su alcune, quelle più importanti.
I primi “SPETTACOLI DI AVIAZIONE” al Campo di Marte di Firenze, dal 28 marzo al 5 aprile, suscitarono grande interesse ed entusiasmo, nonostante i vari incidenti, ma senza gravi danni ai piloti. Furono allestite tribune e posti per oltre 50.000 persone. Sfortunati gli italiani: il coraggioso Mario Faccioli, col suo biplano, sfasciò l’aereo nei voli di prova ed il bolognese Mario Cobianchi, anch’egli col suo biplano, ebbe un guasto al velivolo, prima ancora di sollevarsi.

È importante la novità che riguarda la storia postale aerea. Le Regie Poste chiesero al Ministero un timbro per un primo annullamento di corrispondenza con la dicitura “Posta Aerea”. Fu il primo esemplare di bollo di “Posta Aerea”. Da un ufficio postale, ai bordi del campo, le corrispondenze furono annullate con la dicitura “Campo d’Aviazione – Firenze” e data al centro; ma giunsero a destinazione con i normali mezzi di trasporlo.
Nel mese successivo, dall’1 al 7 maggio, si svolse a Palermo “LA SETTIMANA D’AVIAZIONE” organizzata da Vincenzo Florio, un entusiasta dell’avvenire dell’aviazione e ideatore della “Coppa e Targa Florio” automobilistica di Sicilia. Per il tempo inclemente i voli si ridussero a qualche sola ed incompleta giornata.
L’unico italiano concorrente, difensore dei nostri colori, Clemente Ravetto, si alzò con il suo biplano Voisin dall’aerodromo di Mondello, compiendo un applaudito volo di tre minuti. Nell’ultimo giorno della manifestazione, costretto all’atterraggio per un guasto al motore, precipito al suolo, ma rimase incolume fra i rottami. E scarsa la documentazione filatelica, rimane solo qualche cartolina.
Seguirono gli “ESPERIMENTI D’AVIAZIONE” di Bologna, dal 22 al 30 maggio. Il pubblico fu numeroso, nonostante il tempo incostante e piovoso che ostacolo il programma; uno sventolio di fazzoletti sottolineò i voli spericolati dei piloti. Le giornate si chiusero con i1 festeggiatissimo Olieslager Giovanni, pilota belga, e con il più bel volo del Ten. Vivaldi Pasqua Ugolino, su biplano Farman che compì un giro completo con ritorno al punto di partenza, ad un’altezza fra i 10 e l2 metri. Furono pochissime le cartoline affrancate (l’ufficio postale era sprovvisto di francobolli) e bollate regolarmente con la dicitura “Campo d’ Aviazione Bologna” e data al centro.

Contemporaneamente dal 22 al 29 maggio si programmarono e realizzarono i “CONCORSI AEREI INTERNAZIONALI” di Verona. L’ampio terreno della Piazza d’Armi fu il campo di volo. La somma dei premi in denaro fu di 200.000 lire, vi erano inoltre medaglie, targhe e distintivi. Il programma iniziale ebbe una prefazione di D’Annunzio. Un grande manifesto raffigurante il celebre monumento del Colleoni sorvolato da aeroplani, venne preparato da Aldo Mazza e riprodotto sulle cartoline ufficiali. La settimana fu entusiasmante!


Fra i nove aviatori partecipanti, l’unico italiano in lizza fu Bartolomeo Cattaneo, che con vera maestria piloto il suo nuovo monoplano Blériot 50 c.v., battendo con 194 metri il primato nazionale di altezza, conseguendo la prima vittoria italiana. Come riconoscimento ricevette la targa d’oro, coniata per delibera dei commissari sportivi. Nelle gare si distinsero il francese Luigi Paulhan, il russo Michele Effimof ed il peruviano Geo Chavez. Anche a Verona venne utilizzato l’annullo postale con dicitura “Verona – Circuito aereo” e data al centro.
In occasione della manifestazione il Ten. Col. Cav. Enrico Milza compose una vivace e piacevole poesia “Ludi Veronesi”: “…il piano sovrasta immenso e i colli fioriti…la folla chiassosa i ludi attende…”.
A Pescara si effettuarono i “PRIMI ESPERIMENTI DI AVIAZIONE” dal 31 luglio al 7 agosto. Gabriele D’Annunzio, di ritorno da Brescia, manifesto il desiderio che nelle feste di inaugurazione dell’acquedotto della città e dei lavori portuali, venissero inclusi anche esperimenti d’aviazione, ai quali promise di assistere.


Due soli furono gli aviatori concorrenti: Andrea Frey con biplano Sommer da 50 c.v. Gnome e Renato Barrier con monoplano Blériot da 25 c.v. Anzani. Un esemplare è esposto al Museo Storico dell’Aeronautica a Vigna di Valle sul lago di Bracciano. Frey si leva dall’Aerodromo, fra il mare e la pineta, compiendo due splendidi voli. Barrier non potè partecipare ai voli della prima giornata, impegnato al montaggio del suo Blériot giunto in ritardo. La seconda giornata fu la più interessante: Frey fra il delirio del pubblico, conquistò la Coppa del Commercio per i voli di altezza. Dal punto di vista filatelico vi è un unico e raro pezzo di Posta Aerea della manifestazione.
Verso la fine del mese, precisamente il 20 agosto, giunse la triste notizia della morte del ten. Vivaldi Pasqua, avvenuta durante un raid verso Civitavecchia. La direzione del “Corriere della Sera” pubblico in data 31 agosto una lettera aperta all’On. Sen. Cesare Mangili, Presidente della “Società di Aviazione Italiana” di Milano: “Il Corriere ha sempre contribuito a promuovere lo sviluppo dei nuovi mezzi di locomozione… …Desideriamo proporre alla Società Italiana dell’Aviazione l’organizzazione di un giro di aeroplani in Italia…ll Corriere della Sera mette a disposizione della Società Italiana dell’Aviazione la somma li lire 50.000”. La proposta venne accettata dall’On. con orgoglio, ma per motivi organizzativi il giro non ebbe luogo. La somma offerta fu versata alla sottoscrizione nazionale pro “Flotta Aerea Nazionale”.
Dal 25 settembre al 2 ottobre si svolse il “CIRCUITO AEREO INTERNAZIONALE” di Milano, la gara aerea più interessante fra quelle svoltesi in Italia. Essa era strettamente legata alla “PRIMA TRAVERSATA AEREA DELLE ALPI” che doveva svolgersi dall’8 al 24 settembre sul percorso Briga-Sempione-Domodossola-Stresa-Varese-Milano.
L’organizzazione si presentò alquanto difficoltosa sia per l’Italia che per la Svizzera. Le montagne costituivano un ostacolo insormontabile. Si doveva provvedere ad un servizio di informazioni meteorologiche, all’impianto di linee telegrafiche e telefoniche, ad un soccorso alpino e sanitario.

Sette le iscrizioni pervenute al Comitato, fra cui Geo Chavez il più qualificato. Neve, vento e nebbia ostacolarono la prima partenza ufficiale di Chavez, che dopo un atterraggio di fortuna esclamò: “ho dovuto fuggire. Il nemico invisibile mi ha vinto”. Il 23 settembre lo statunitense Weyman si levo in volo, ma atterò subito. Chavez decise di decollare dal campo di Briga alle ore 13,25, superò il Passo del Sempione e le terribili strette Gole di Gondo. I venti violenti misero a dura prova le esili strutture di tela e di legno del Blériot XI. Chavez si preparo per scendere su Domodossola. La gente era sul prato erboso della piana. Il successo era assicurato. Egli tentò l’atterraggio ma un’ala cedette e l’aereo precipitò infrangendosi al suolo. Il vincitore venne trasportato all’ospedale per le ferite riportate ma dopo quattro giorni il suo fisico cedette. La notizia della sua morte commosse tutto il mondo. Chavez era un pilota completo, amava il volo, conosceva profondamente i segreti della tecnica del volo, con determinazione e coraggio riuscì a compiere un’impresa sovrumana sfidando la grande montagna bianca. Scrisse Barzini: “Chavez eroe per amore di un sogno” e Pascoli aggiunse: “Cade con la sua anima sola, sempre salendo. Ed ora si che vola!”
Alla “Traversata delle Alpi” faceva seguito il “CIRCUITO AEREO INTERNAZIONALE” di Milano, dotato di ricchi premi.
I concorrenti che vi presero parte furono venticinque. Molti gli spettatori che avevano trovato posto all’Aerodromo di Taliedo che poteva contenere oltre 100.000 persone. Sua Maestà il Re d’Italia, assistette alle gare insieme al Conte di Torino. Assiduo frequentatore delle giornate, che provò l’emozione e la gioia del volo sul biplano Farman di Germano Ruggerone, detto Eros.

L’inaugurazione dei voli avvenne nella mattinata di domenica 25 settembre. Ma al terzo giorno, 27 settembre, alla tragica notizia della morte di Chavez, un’atmosfera di tristezza scese sul campo e gli aviatori decisero di sospendere i voli, ma poi alcuni si alzarono in volo per non deludere il pubblico, portando un nastro nero nell’aria e rinunciando al premio. Giovedì 29, giorno dei funerali di Chavez, i voli furono sospesi e tutti gli aviatori si recarono a Domodossola per partecipare alle esequie del compianto ed indimenticabile amico e compagno. Alla fine i vincitori del Circuito furono: Cattaneo su Blériot gran premio della corsa di velocità (100 Km a 88,575 Km/h) e premio dello slancio (m. 40), fu proclamato campione nazionale di velocità e di distanza senza scalo (Km 102,500); Cagno su Farman: premio passeggeri (con 2 passeggeri 10 Km in 11 minuti e 13 secondi) ricevendo una coppa d’argento dal Ministero delle Poste; il francese Legagneux su Bleriot: gran premio dell’altezza (metri 2.050); Fischer su Farman: gran premio della totalizzazione della distanza (con Km 1.222,50).
Furono edite alcune cartoline ufficiali e private, molto rare quelle annullate con il timbro speciale “Milano Campo di Aviazione”. Possiamo dire che il primo anno di aviazione in Italia si concluse a Torino dal 5 al 13 novembre, all’Ippodromo delle Corse di Mirafiori, a pochi chilometri dalla città. Ruggerone riuscì per primo a volare sulla città con il biplano Farman. La popolazione, meravigliata, applaudì dalle finestre e dai balconi e uscì dalle case. Il pilota compì viraggi arditissimi sopra le tribune tra l’applauso e l’ovazione del pubblico.

Sulle cartoline della manifestazione furono raffigurate le macchine volanti e durante le gare del 10 novembre furono scattate le prime fotografie aeree.
L’aeroplano suscitò grandi speranze l’uomo, capace di solcare le vie del cielo, divenne simbolo degli ideali di progresso e di libertà.