Romano Bini
Questa manifestazione fu organizzata dallo Sporting Club di Monaco. Oltre ad essere una competizione sportiva, i1 rallye aveva lo scopo si mettere allo studio la possibilità di poter stabilire rapidi collegamenti tra il Principato e le più importanti citta europee. Il regolamento prevedeva la partenza degli aerei da sette città: Bruxelles, Gotha, Londra, Madrid, Milano, Parigi e Vienna, e di raggiungere il più rapidamente possibile Monaco,
Le distanze da percorrere tra le varie città e Monaco erano state fissate in circa 1.300 chilometri, per l’esattezza 1.293, di cui 200 da precorrere sul mare,
Tutte le città di partenza non era a eguali distanze da Monaco, pertanto gli itinerari furono adeguati di conseguenza.
I piloti potevano scegliere tra sette percorsi:
- Parigi (Buc) – Angers – Bordeaux – Marsiglia – Monaco;
- Londra (Hendon) – Calais – Digione – Marsiglia – Monaco;
- Bruxelles (Berchen S.Agata) – Calais – Digione – Marsiglia – Monaco;
- Gotha – Francoforte – Digione – Marsiglia – Monaco;
- Madrid (Quatro Vientas) – Vittoria – Bordeaux – Marsiglia – Monaco;
- Milano (Taliedo) – Padova – Roma – Genova – Monaco;
- Vienna (Aspern) – Budapest – Padova – Genova – Monaco.
Per l’ultimo tratto del percorso, che si sarebbe compiuto sul mare, gli apparecchi dovevano munirsi di galleggianti a Marsiglia o a Genova.
Il percorso prescelto si poteva compiere anche nell’altro senso, ma atterrare fuori dagli scali previsti avrebbero comportato l’eliminazione del concorrente. Inoltre, il numero dei tentativi che ogni concorrente poteva effettuare era illimitato, purché questi avessero luogo tra il 1° e il 15 aprile 1914.
Dei 27 apparecchi iscritti, 12 presero il via, ma solamente quattro concorrenti riuscirono a compiere uno o più dei percorsi programmati. Questi quattro aviatori furono:
- Roland Garros
- Brindejonc des Moulinais
- Maurice Renaux
- Verrier
I primi due impiegarono entrambi un monoplano Morane Saulnier, mentre Renaux e Verrier un biplano Henri Farman.
ll percorso n. 1 fu effettuato tre volte. Due nel senso Parigi-Monaco da Renoux e Verrier e una volta in senso inverso da Roland Garros. Il percorso n. 3 fu effettuato due volte da Roland Garros. Il percorso n. 5 fu effettuato un’unica volta da Brindejonc des Moulinais.
Va ricordato che due voli non furono omologati, precisamente quello di Brindejonc che tentò il percorso n. 6, con partenza da Monaco, ma si arrestò improvvisamente non lontano da Padova e quello di Mailand che, a bordo di un monoplano Nieuport, iniziò il percorso n. 1, ma si interruppe ad Albi, località nel tratto Bordeaux-Marsiglia.
Inoltre vi furono diversi tentativi che fallirono, tra questi vanno ricordati quelli di:
- Moineax, che con un biplano Bréguet, iniziò il percorso n. 1, ma giusto a Tamaris, località tra Marsiglia e Monaco, si arrestò ed attraccò ad una boa;
- H. Hirth, che con un biplano Albatros, iniziò il percorso n. 4, ma giunto a Tamaris si bloccò, in quanto gli si aggrovigliò all’apparecchio un filo da pesca;
- Von Stoeffler, che con un biplano Aviantik, iniziò il percorso n. 4, ma giunto a Villeneuve-les Avignon, località tra Digione e Marsiglia, si arrestò per noie;
- Molla effettuò il percorso n. 1 fino a Marmande, tra Bordeaux e Marsiglia;
- Verrier, il 12 aprile, ritentò il percorso n. 1, ma subì un incidente che lo costrinse a fermarsi a Pezenas, tra Bordeaux e Marsiglia.
Infine, Brindejonc, dopo aver compiuto il percorso n. 6, nel senso Monaco-Milano, che però non gli venne omologato, tentò di ritornare a Monaco, ma fu costretto all’abbandono a Genova. Non soddisfatto, tentò il percorso n. 7 nel senso Monaco-Vienna, ma per l’insorgere di noie tecniche poco dopo il decollo, tentò il rientro a Monaco, ma durante l’ammaraggio ebbe un incidente. L’aereo si danneggiò, ma fortunatamente il pilota ne uscì illeso.
Va fatto notare che nessuno tentò di compiere il percorso n. 7 Vienna-Monaco e inoltre va sottolineato che tutti i partecipanti citati erano francesi, ad eccezione di due di nazionalità tedesca: Von Stoeffler e Hirth.
Il rallye fu vinto dal francese Roland Garros per il volo del 13 aprile Monaco-Parigi, compiuto in 12h 14m 21s; il secondo premio fu attribuito sempre a Garros, per il volo del 14/15 aprile, Bruxelles-Monaco, compiuto in 12h 27m 18s; il terzo premio andò a Brindejonc des Moulinais, per il volo del 2/3 aprile, Madrid-Monaco, compiuto in 16h 02s 21s; il quarto premio a Maurice Renaux, per il volo del 14/15 aprile, Parigi-Monaco, compiuto in 53h 58m 43s; il quinto premio a Verrier, per il volo effettuato da 12 al 15 aprile, Parigi-Monaco, in 63h 1mio5m 46s ed infine il sesto premio, ancora a Roland Garros, per il volo compiuto da 2 al 12 aprile, Bruxelles-Monaco, in 24h 45m 46s.
Il Comitato Organizzatore predispose sia una cartolina speciale in colore azzurri scuro che una vignetta in colore rosso, senza indicazione del valore. Entrambe raffigurano un idrovolante in volo: nella prima sulla baia di Monaco e nella seconda al di sopra del mare, quest’ultima porta inoltre le scritte “Monaco 1914” in alto e “Rallye Aérien” in basso.
Figura 2A e 2B: Cartolina in partenza da Milano (Italia)
In ognuna delle sette città di partenza, furono caricate sugli aerei partecipanti, mille cartoline, affrancate con la sola vignetta, obliterata con un cachet circolare in gomma, violetto, con la scritta “Rallye Aérien / Avril 1914 / nome della città di partenza”. Sia le cartoline trasportate per via aerea, sia quelle inoltrate per via superficie, ricevettero, in arrivo, lo stesso cachet circolare ma con la scritta “Monaco” al posto del nime della città di partenza. Va ricordato che esistono le stesse cartoline con la vignetta obliterata a Roma, nonostante questa città non era che una tappa del percorso n. 6 e che la distanza tra Roma e Monaco non raggiungeva i 1.300 chilometri prescritti dal regolamento.
Alcune di queste cartoline furono successivamente affrancate e spedite da Monaco a privati e giunsero ai destinatari per le normali vie postali. Il ricavato della vendita di queste cartoline, andò a coprire, almeno in parte, le spese di organizzazione.
Questa è la versione fornita circa il trasporto aereo di queste cartoline che, però, non essendo ufficiale, ma organizzato da privati, la propria autenticità è tutta da provare. Io nutro seri dubbi che le cose siano andate veramente così.
Forse perché fu un trasporto aereo non ufficiale, o perché quelle realmente volate sono molto poche, ancora oggi, a più di ottant’anni [l’articolo risale al 1997], non riscuotono quell’interesse che invece meriterebbero, se non altro sotto il profilo storico. Non dimentichiamoci che eravamo in piena epoca pioneristica e se anche 1.300 chilometri furono compiuti a tappe, erano sempre tanti, e pertanto si trattava di metter a dura prova sia i piloti che le macchine. Ciò è confermato da fatto che su sette itinerari, solo tre furono completati e alcuni neanche iniziati.
